La parità di genere in Università

Episode 3 December 01, 2024 00:11:33
La parità di genere in Università
I valori della scienza tra etica, immaginari e carriere - Convegno annuale Donne e Scienza
La parità di genere in Università

Dec 01 2024 | 00:11:33

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Show Notes

Per la serie dedicata al Convegno nazionale dell’associazione Donne e Scienza, il prof. Emanuele Magi ci racconta quali sono alcune delle azioni concrete che possono promuovere la parità di genere nell’ambiente accademico.

Il programma del convegno

Convegno annuale Donne e Scienza
"I valori della scienza tra etica, immaginari e carriere"
9-11 dicembre 2024
biblioteca universitaria via Balbi 40 Genova

Intervista:Lidia Maria Ciletti e Lida Landro

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Episode Transcript

[00:00:00] Speaker A: Buongiorno a tutti, proseguiamo qui su Unigiradio la serie di interviste dedicata a un evento che si terrà nella nostra città, ovvero il convegno annuale dell'Associazione Donne Scienza. Il convegno quest'anno è patrocinato dall'Università di Genova ed è dedicato ai valori della scienza e alla loro declinazione in ottica di genere. Io sono Lida. [00:00:17] Speaker B: Io sono Lidia. Oggi siamo qui e intervisteremo il prof. Maggi, professore ordinario di chimica analitica al Dipartimento di Chimica e ha ricoperto incarichi importanti nell'Ateneo. È stato preside della Scuola di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali ed è ora direttore del DCC. Ed è proprio da qui che vorremmo partire, intervistandolo. [00:00:35] Speaker C: Buongiorno a tutti. [00:00:37] Speaker A: Quali sono le azioni concrete che chi come lei riveste i ruoli istituzionali importanti può portare avanti per contribuire a trasformare l'ambiente accademico in un luogo di pari opportunità per uomini e donne? [00:00:49] Speaker C: Diciamo che l'ambiente che frequento da quando sono all'Università di Genova non ho mai riscontrato che avesse particolari preferenze per un genere piuttosto che l'altro, da uomini. È vero che talvolta, soprattutto anni fa, certi ruoli venivano coperti soprattutto da uomini. Ma recentemente, perlomeno nell'ambito della Scuola di Scienze, ho verificato che le cose sono parecchio cambiate, perché abbiamo avuto proprio al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale una gestione totalmente femminile. Il direttore che mi ha preceduto in realtà era un professore di chimica organica, il professor Banfi, ma prima di lui abbiamo avuto la professoressa Saccone, che aveva scelto come vice direttrice un'altra donna, un'altra professoressa. Questo si è verificato anche in altri dipartimenti, forse laddove invece questo non si verifica lei mi ha chiesto le azioni che si possono fare. Anzitutto riconoscere se da troppi anni una certa carica non è rivestita da una professoressa, ci si deve fare delle domande e cercare di capire se c'è una vera ragione. è possibile che per un certo periodo storico un ruolo come quello del direttore o del coordinatore di corso di studio trovi delle idoneità in un certo genere piuttosto che in un altro però bisogna andare a vedere appunto la capacità delle persone se ci sono persone capaci a rivestire un certo ruolo e da troppo tempo quel ruolo non è ricoperto da una donna, bisogna farsi delle domande e cercare di dire alla prossima volta cerchiamo di eleggere una donna Sembra banale, però ecco, alle volte è proprio questione di fermarsi un attimo a riflettere e non forzare, però io ritengo che sia importante, non forzare troppo solo per la parità del genere, come dire 50 e 50, sempre e comunque nel tempo. [00:02:51] Speaker B: Per quanto riguarda invece i giovani che si apprestano a prendere delle scelte un pochino più selettive per quanto riguarda il loro futuro, cioè dal momento in cui i studenti delle superiori scelgono il proprio futuro, qual è la situazione all'interno delle scienze a Genova e quale consiglio si sentirebbe di dare a questi studenti e a queste studentesse che compiono questo passo importante? [00:03:13] Speaker C: È una bella domanda questa qua. Io credo, perché è più o meno composta, partiamo dalla prima parte della domanda. La nostra scuola, prima facoltà di scienze, adesso scuola di scienze matematiche, fisiche e naturali, offre parecchie strade. Ve ne sono alcune che storicamente vedono una presenza femminile più massiccia. Penso ad esempio a biologia, a scienze naturali. Ve ne sono altre che negli anni hanno visto crescere la presenza femminile. Sto pensando ad esempio a chimica. Già quando studiavo io devo dire che la presenza femminile era abbastanza sostanziosa, con una lieve predominanza maschile. Ultimamente le cose si sono quasi rovesciate, perché evidentemente molte ragazze al termine del percorso scolastico, quindi delle superiori, capiscono che la chimica piace, faccio l'esempio della chimica perché è la mia materia, però vale probabilmente anche per altri corsi di studio di scienze, e quindi rispetto ad un tempo seguono di più la propria vocazione e si iscrivono. Devo dirvi la verità, nel mio laboratorio, come diceva correttamente, io mi occupo di chimica analitica, molto spesso abbiamo una predominanza femminile, intesa come studenti che fanno la tesi, piuttosto che dottorandi, post-doc, assegnesti. Molto spesso si verifica una predominanza femminile, raramente il contrario, tutt'al più diciamo sono metà e metà. Poi ci sono alcune materie, quelle che storicamente si chiamavano le scienze dure, anche la chimica era considerata tra le scienze dure, però sulla chimica non dico altro già ho già detto parecchio altre diciamo forse la fisica è una delle principali, dove si vede ancora un pochino di difficoltà da parte delle ragazze a intraprendere questo tipo di studio. Voi, tra l'altro, mi risulta che siate fisiche, confermate? Forse a scienze mi sento di dire, quindi per venire alla seconda parte della domanda, che non importa per iniziare uno dei venti, circa, corsi di studio che offre la Scuola di Scienze all'Università di Genova, non bisogna tanto sentirsi in difficoltà e non bisogna stare a pensare a questioni di genere, di predominanza maschile eccetera eccetera perché nella maggior parte dei casi mi sento di dire questo non è un problema reale il problema invece deve essere la vera vocazione esagero un po' ecco insomma però e capire che le scienze piacciono che mi piace interrogarmi sul perché succedono certi fenomeni sia che mi occupi poi di natura sia che studi questioni un pochino più tecnologiche che anche diciamo in qualche modo vengono toccate a scienze. Ecco, lo studente gli consiglierei, e lo faccio quando mi viene fatta in qualche modo questa domanda, che sia uno studente, una studentessa, di interrogarsi se si sente portato, se ha questo briciolo di vocazione verso questo approccio scientifico che consiste appunto nell'interrogarsi, nel cercare le risposte, magari non pretendere di trovarle sempre, però essere sempre curiosi verso i fenomeni naturali, scientifici e non aver paura se è una ragazza trovare le difficoltà maggiori rispetto a un ragazzo, perché mi sento di garantire che almeno nella nostra scuola questo non è un problema reale. [00:06:41] Speaker B: Magari è più una credenza un po' subliminale, stereotipata, che ci sono certi percorsi che sono più adatti all'uomo piuttosto che alla donna, per una questione forse più di numeri che di altro, non lo so. [00:06:55] Speaker C: Sì, penso che ci sia del vero in quello che dice. Aggiungerei forse l'aggettivo culturale. Abbiamo tutto un background appunto di questo tipo per cui si pensa che il mestiere del fisico sia appunto per il fisico e non per la studentessa che vuole diventare un fisico da grande, no? Probabilmente piano piano stiamo migliorando soprattutto perché questa mentalità sta un po' svanendo, sta un po' scemando e quindi anche le famiglie sono un pochino più aperte. Forse soltanto vent'anni fa, trent'anni fa c'erano più difficoltà. Voi, ad esempio, avete avuto difficoltà quando avete detto che volevate fare fisica nelle vostre famiglie? [00:07:41] Speaker A: No, erano tranquilli. [00:07:45] Speaker D: Bene. [00:07:45] Speaker A: I miei genitori della scelta erano tranquilli, diciamo che però mi è capitato spesso magari quando dicevo che volevo fare fisica di trovare delle facce assolutamente stupite perché non si aspettavano che appunto una donna facesse fisica. Invece qual è la sua esperienza a livello di sviluppo della carriera scientifica in ambito accademico? ha una storia da raccontarci che possa esemplificare aspetti positivi, negativi? [00:08:14] Speaker C: Forse un pezzettino della storia vissuta da me è proprio quella che vi dicevo, no? Mentre forse quando studiavo era veramente difficile trovare un preside donna, un direttore donna. Le cose sono molto cambiate e vi dicevo poco fa appunto che questo dipartimento ha avuto non tantissimi anni fa una conduzione totalmente femminile. Effettivamente bisogna essere onesti, a livello non tanto della nostra scuola, forse neanche completamente del nostro ateneo, a livello accademico, avevo visto tempo fa delle statistiche, ad oggi effettivamente le donne ordinario, sapete che i professori si dividono sostanzialmente in queste due fasce, professore associato e poi il livello apicale è professore ordinario, Le donne ordinarie sono decisamente meno. Questo diciamo in generale, non guardando le scienze, non guardando solo una parte scientifico-tecnologica, ma proprio tutti gli atenei vedono ancora una predominanza tipicamente maschile. Questo potrebbe essere dovuto ancora ad una questione culturale che piano piano è da superare. Forse ci sono anche delle ragioni più profonde che ancora totalmente non riusciamo a rimuovere, delle difficoltà, degli ostacoli. Quando parliamo di carriera, mentre forse all'inizio, cioè sia da studenti sia da postdoc, quindi uno si laura tipicamente intorno ai 24 anni, magari decide di fermarsi perché è appassionato alle materie che ha studiato e si fa il dottorato di ricerca, poi il postdoc. In quelle fasi forse non ci sono ancora grosse differenze di opportunità per la carriera. Andando avanti le cose, invece, bisogna riconoscere, non sono ancora paritarie totalmente. E forse ci sono anche queste resistenze un po' culturali, un po' di maschilismo, vabbè, ammettiamolo dai, anche se magari mi costa un po' da maschio dire questa cosa, perché io credo che non sia giusta, però forse è ancora un qualcosa che deve essere rimosso, sì. Io ritengo che la complementarietà tra maschio e femmina sia un grande valore e talvolta si rischia, parlando di parità di genere, di dimenticarsela un po'. Io sono appena entrato in questo ruolo di direttore, dopo aver fatto per sei anni il preside, ho cercato qualcuno qualcuno mi dice non ti decidi mai a scegliere questo questo vice direttore su dacci un po' una botta ho cercato e alla fine sono riuscito a coinvolgere una vice direttrice se non avessi trovato la persona idonea o non mi avesse dato la disponibilità ovviamente avremmo probabilmente fatto lo vedremo vedrà il futuro perché siamo appena partiti ma probabilmente avrebbe fatto altrettanto bene anche un vice direttore maschio. Però proprio perché io credo in questo, cioè nella complementarietà e nel fatto che abbiamo dei modi magari di interpretare la stessa situazione diversa, di percepire le reazioni e di avere reazioni diverse di fronte allo stesso evento, laddove possibile credo che sia un valore da tenere presente, un arricchimento e una lieve garanzia in più di successo nell'operato che si fa. [00:11:24] Speaker B: Assolutamente. [00:11:25] Speaker A: Ringraziamo il professor Maggi e gli ascoltatori. A risentirci presto con IG Radio. [00:11:29] Speaker C: Grazie a voi ragazzi. Arrivederci.

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